Ciao a tutti,
questa sera ho scelto di parlarvi di calcio, proponendo una vecchia intervista rivolta al calciatore Diego Armando Maradona, recentemente scomparso, in riferimento ad un altro calciatore degli anni 80/90, Franco Baresi.
Questi due sportivi sono stati tra i miti più grandi della mia adolescenza e questa intervista, in cui mi sono imbattuto casualmente qualche settimana fa, ha suscitato in me una certa emozione.
Franco Baresi è stato uno storico capitano del Milan eletto a mio idolo quando, giovane talento del calcio italiano, nonostante le numerose richieste, scelse di rimanere nella sua squadra del cuore malgrado la retrocessione in serie B.
Diego Armando Maradona è stato invece il calciatore più meraviglioso che abbia mai visto giocare.
“Il primo faccia a faccia con Baresi l’ho avuto l’8 settembre 1981 in una gara amichevole. In quella partita mi doveva marcare Battistini.
In una circostanza, saltai 3/4 di loro, stavo per entrare in area, ma arrivò Franco, e mi rubò la palla con una eleganza unica. Si girò verso Battistini e gli disse: “Si fa così. Ora ci penso io!!!”
Mi stette dietro per tutta la partita, e dal quel momento per me diventò dura.
Io e Franco eravamo giovani, ma capii subito che quello non era uno qualsiasi. Lui insegnava il modo di muoversi in campo a tutta la difesa.
Dopo la partita bussò alla porta del nostro spogliatoio e mi disse che era rimasto stupito dal mio modo di giocare. Quando arrivai in Italia, me lo ritrovai davanti molte volte, e tra di noi non c’è mai stato un litigio.
Mi ha fatto molti falli, ma mai per fare male, alla fine era il primo a rendermi la mano per rialzarmi.
In Italia non era sempre così.
C’erano difensori che volevano annullarti solo con i calci. In campo ti insultavano, ti umiliavano, ma lui era diverso.
Non abbiamo mai avuto un rapporto di amicizia, ma tra di noi c’è stato sempre rispetto.
In un Napoli – Milan ci fu Filippo Galli che dopo un calcio di punizione, mi insultò dicendomi: “Alla prossima ti mando in ospedale”.
Franco sentì tutto e andò a muso duro da lui dicendogli che doveva stare zitto, perché altrimenti non avrebbe giocato più.
Questo per me è rispetto.
Non dimenticherò mai quel giocatore con la maglia numero 6.
Uno dei difensori più forti e leali di sempre“.
Forza, rispetto e lealtà.
Che siano sempre parte di voi.
Buonanotte a tutti,
Preside Rep
Devi effettuare l'accesso per postare un commento.