Buonasera a tutti,
oggi mi sono fermato a riflettere sui contenuti della BN di ieri sera, splendidamente condotta dal professor Oreglio, dopo aver letto un messaggio di un papà che mi ha scritto il seguente pensiero:
La buona notte di ieri sera è stata davvero “forte”, cedere il proprio respiratore è come in tempo di guerra sostituirsi ad un prigioniero che sarà a breve fucilato. Davvero incredibile.
Dopo aver letto (e condiviso) queste parole, mi è venuto in mente un altro grande personaggio del nostro recente passato, padre Massimiliano Kolbe. Questa sera ho deciso di parlarvi di lui.
Padre Kolbe era un francescano polacco che, nel settembre del 1939, venne arrestato dai nazisti essendo ritenuto un elemento pericoloso e nel 1941 venne deportato ad Auschwitz.
In seguito alla fuga di un prigioniero del campo, dieci deportati vennero destinati al bunker della morte. Padre Kolbe si offrì in cambio di uno di loro, un padre di famiglia, suo compagno di prigionia.
La disperazione e lo strazio di quei poveri uomini, vennero piano piano attenuati da padre Kolbe che iniziò a guidare una preghiera comune. Dopo quattordici giorni non tutti erano morti, rimanevano ancora in vita quattro uomini tra cui padre Massimiliano, così le SS decisero di “finirli” con un’iniezione di acido fenico.
Padre Kolbe tese il braccio dicendo come ultime parole: “Ave Maria”. Era il 14 agosto 1941.
Come non tornare alla BN di ieri e ripensare a quel “Sì” di Maria che viene ricordato proprio oggi, 25 marzo.
Il 10 ottobre 1982 Massimiliano Kolbe è stato canonizzato da papa Giovanni Paolo II.
Forti nelle mie orecchie, risuonano le seguenti parole: “Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici”. (Giovanni 15,13)
Buonanotte a tutti
Preside Rep
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