Una messa in festa!

“Padre, di molte genti padre, il nostro grido ascolta:
è il canto della vita.
Quella perenne giovinezza
che tu portavi in cuore, perché non doni a noi?

Padre, maestro ed amico
noi giovani del mondo guardiamo ancora a te.
Apri il nostro cuore a Cristo, sostieni il nostro impegno in questa società.”

Sulle note di questo bellissimo canto ha preso avvio la messa che ha visto coinvolta tutta la scuola in apertura a questa giornata di festa!

La messa è iniziata con il suggestivo racconto “Il fuoco” di Bruno Ferrero, letto dalla prof.ssa Sioli, un invito a riflettere sulle tematiche trattate nel corso di questa settimana:

“Sei persone, colte dal caso nel buio di una gelida nottata, su un’isola deserta, si ritrovarono ciascuna con un pezzo di legno in mano. Non c’era altra legna nell’isola persa nelle brume del mare del Nord. 

Al centro un piccolo fuoco moriva lentamente per mancanza di combustibile. 

Il freddo si faceva sempre più insopportabile.

La prima persona era una donna, ma un guizzo della fiamma illuminò il volto di un immigrato dalla pelle scura. La donna se ne accorse. Strinse il pugno intorno al suo pezzo di legno. Perché consumare il suo legno per scaldare uno scansafatiche venuto a rubare pane e lavoro? 

L’uomo che stava al suo fianco vide uno che non era del suo partito. Mai e poi mai avrebbe sprecato il suo bel pezzo di legno per un avversario politico. 

La terza persona era vestita malamente e si avvolse ancora di più nel giaccone bisunto, nascondendo il suo pezzo di legno. Il suo vicino era certamente ricco. Perché doveva usare il suo ramo per un ozioso riccone?

Il ricco sedeva pensando ai suoi beni, alle due ville, alle quattro automobili e al sostanzioso conto in banca. Le batterie del suo telefonino erano scariche, doveva conservare il suo pezzo di legno a tutti i costi e non consumarlo per quei pigri e inetti. 

Il volto scuro dell’immigrato era una smorfia di vendetta nella fievole luce del fuoco ormai spento. Stringeva forte il pugno intorno al suo pezzo di legno. Sapeva bene che tutti quei bianchi lo disprezzavano. Non avrebbe mai messo il suo pezzo di legno nelle braci del fuoco. Era arrivato il momento della vendetta. 

L’ultimo membro di quel mesto gruppetto era un tipo gretto e diffidente. Non faceva nulla se non per profitto. Dare soltanto a chi dà, era il suo motto preferito.Me lo devono pagare caro questo pezzo di legno, pensava. 

Li trovarono così, con i pezzi di legno stretti nei pugni, immobili nella morte per assideramento. 

Non erano morti per il freddo di fuori,erano morti per il freddo di dentro.”

Una favola amara dall’epilogo drammatico che però insegna, attraverso personaggi a noi familiari, l’importanza di condividere, di donare, di mettersi a disposizione, affinché il fuoco si rianimi e si diffonda un calore, non solo in grado di scaldare i corpi, ma soprattutto di generare bene.

I ragazzi della secondaria hanno trasformato le riflessioni scaturite dalla settimana nella preghiera dei fedeli, dedicando una preghiera a tutti i popoli della terra, ai popoli che vivono l’esperienza della guerra, a tutti coloro che devono lasciare il loro paese, ma anche a noi e alle nostre famiglie, perché impariamo dall’esempio di Don Bosco a essere modello di accoglienza nelle nostre comunità.

All’offertorio sono stati portati, oltre ai simboli eucaristici, anche i braccialetti blu simbolo della settimana del #nessunoescluso.