Durante il buongiorno di oggi la professoressa Foresti e il professor Gennari hanno introdotto le tematiche che saranno affrontate nel corso di questa intensa settimana.
Il punto di partenza è la conoscenza: la prima giornata sarà dedicata a indagare le situazioni di conflitto e ad analizzare i dati sulle migrazioni e le motivazioni che hanno spinto in passato e spingono oggi così tante persone ad abbandonare il proprio paese d’origine, nell’incertezza di un futuro per sè e i propri cari.
I nostri ragazzi sono entrati in salone al buio, e dopo lo spaventoso rumore dei bombardamenti, una musica bellissima ha cominciato a suonare, quella del pianoforte di Aeham Ahmad, il pianista siriano che ha cercato attraverso la musica nelle strade del suo campo profughi di dare speranza ai suoi concittadini.
Pur dovendo abbandonare il paese a seguito delle minacce dell’ISIS, arrivando come profugo in Germania nel 2015, ha continuato a perseguire il suo sogno di speranza e di pace attraverso la musica.
Aeham ci insegna il coraggio di mettere le proprie capacità al servizio degli altri e la forza di trovare in sé la speranza, anche quando intorno ci sono solo macerie.
La musica può sconfiggere i conflitti e permettere di costruire ponti tra i popoli e le culture: proprio come recita la canzone I forgot my name, non bisogna mai dimenticare la speranza di guardare verso l’alto e verso l’altro.
I ragazzi sono stati poi chiamati a esprimere su un post-it colorato le emozioni suscitate da questa esperienza, e i post-it sono stati raccolti su grandi cartelloni.
La professoressa Sioli ha infine presentato le situazioni di conflitto attualmente in corso, facendoci aprire gli occhi su guerre poco note e spesso dimenticate dai media. Afghanistan, Congo, Burundi, Filippine: sono solo alcune delle realtà in conflitto al giorno d’oggi. Conflitti che hanno spesso come conseguenza diretta la fuga di intere popolazioni alla ricerca di prospettive migliori per il futuro. I dati sulle migrazioni sono impressionanti: nel mondo sono 15,1 milioni le persone costrette a migrare, ed il 33% sono bambini.
Molti gli spunti di riflessione per i nostri ragazzi che proseguono la mattinata con l’incontro con il PIME!
A breve ulteriori aggiornamenti!
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