Noi ragazzi di terza stamattina ci siamo recati al comune di San Donato Milanese per parlare con due volontari che hanno vissuto sulla propria pelle – e vivono tutt’ora – cosa significa la mafia e che si impegnano a sconfiggerla nella loro realtà.
Chiara è la rappresentante di “Addiopizzo”, l’associazione che sta ancora cercando di aiutare i commercianti, ricattati dalla mafia ed obbligati a “versare” somme variabili per evitare ritorsioni. L’associazione parte “dal basso”, dai cittadini, invitandoli ad acquistare presso gli esercizi commerciali aderenti al comitato.
Chiara ci ha inoltre spiegato il significato della parola “pizzo”, che deriva da un termine siciliano usato per indicare il becco degli uccelli. In questo modo si fa riferimento alla attività del beccare qua e là, proprio come fa la mafia con i vari esercenti disseminati per il paese.
Antonio, invece, è un fotografo siciliano famoso per aver fotografato per primo i dettagli della strage di Capaci. Il rullino contenente quelle foto gli è stato estorto a pochi minuti dalla strage da due uomini in borghese: forse poliziotti, ma comunque corrotti dalla mafia. Il rullino di Antonio non è mai stato trovato, ma lui afferma di ricordarsi perfettamente gli scatti, che raffiguravano il momento appena precedente all’arrivo dei soccorsi ed, evidentemente, la scomoda presenza di qualcuno che non doveva trovarsi lì.
E’ stato un modo interessante per conoscere da vicino una realtà che spesso sentiamo lontana da noi, scoprendo anche che è più vicina di quello che pensiamo. Parlare con chi si confronta con questo scenario quotidianamente è sicuramente uno spunto importante per riflettere sul tema anche assieme ai nostri insegnanti.
I bloggers – Filippo Gambaro, Alessandro Grazi, Lorenzo Laganà, Davide Pettenon, Giulio Quattri e Francesco Salvato
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